Descrizione
Autore: Aurelio LevriniAnno di pubblicazione: 2010
ISBN: 978-88-90159-84-8
Editore: Ariesdue srl
Pagine: 160
Formato: 21 x 29,7 cm
INTRODUZIONE
Perché pubblicare un libro sul metodo introdotto da Balters il secolo scorso, attorno agli anni cinquanta?
Durante il primo momento della mia attività professionale, l’ortodonzia era guidata da principi funzionalistici strettamente correlati alla crescita scheletrica. In quel periodo,nella scuola del Prof. Oscar Hoffer a Milano, la terapia funzionale veniva affidata prevalentemente all’utilizzo dell’Attivatore di Andresen insieme alle tecniche di rieducazione neuromuscolare della Mioterapia Funzionale Orofacciale(MFT).
Il Bionator era da me usato solo nel trattamento delle Terze Classi, in quanto ho sempre considerato il tradizionale Attivatore inadeguato alla terapia funzionale di queste dismorfosi.
L’attivatore ha comunque sempre soddisfatto le mie aspettative e dimostrato la sua validità in tutti i casi di Prima e Seconda Classe, partico-larmente in quelli caratterizzati da anomalie sul piano verticale e da necessità di controllo del movimento dentale funzionale. Nel corso degli anni successivi, sono emersi progressivamente alcuni fatti che mi hanno spinto a considerare con maggiore attenzione questo dispositivo. Il primo è legato alla collaborazione del paziente. Con il passare del tempo, in rapporto ai cambiamenti dello stile di vita ed al manifestarsi di nuove esigenze comportamentali di tipo sociale, è progressivamente diminuita la capacità di collaborazione del paziente. Il numero di ore di applicazione del dispositivo di Andresen, per poterlo rendere efficace da un punto di vista terapeutico, è considerato oggi troppo elevato a causa della sua invasività. Una accurata valutazione della struttura del Bionator e del suo meccanismo d’azione mi hanno permesso di apprezzare meglio tutte le sue qualità e le numerose possibilità terapeutiche derivanti da un suo corretto utilizzo. Progressivamente ho usato sempre più questo dispositivo in tutti i casi in cui mi sembrava clinicamente applicabile, sostituendolo vantaggiosamente all’attivatore. Nel corso degli anni mi sono convinto che si tratti di un apparecchio funzionale “quasi” completo per merito della sua struttura, che utilizza nel modo migliore la maggior parte degli “stimoli funzionali” oggi conosciuti, in modo particolare lo spazio dinamico della cavità orale. Ho potuto in praticaverificare la sua attualità, in quanto più facilmente impiegabile e con buoni risultati perché scarsamente invasivo, nel contesto di uno stiledi vita moderno, dove gli impegni sociali anchedei soggetti più giovani rendono complicata l’applicazione dell’apparecchio per un numero minimo di ore terapeuticamente sufficienti. Un altro argomento, che mi ha spinto a considerare con maggiore attenzione il dispositivo di Balters, è rappresentato dall’evoluzione delle tecniche ortodontiche con apparecchiature fisse. L’ortopedia funzionale è uno strumento che non può mancare in una moderna gestione di casi clinici di tipo diverso. A volte può essere superflua, ma altre indispensabile, ed altre ancora utilizzabile come semplice terapia di supporto e completamento di altre tecniche. In questo ambito, il Bionator, con la possibilità di variazioni strutturali che lo contraddistingue, si presta agevolmente ad un utilizzo combinato,come terapia precoce, come terapia unica, combinata o di mantenimento.
Aurelio Levrini
PREMESSA
Il “suo” testo sul Bionator di Balters è rimasto ancora da ultimare, opera incompiuta.
Ho desiderato comunque procedere e portare alla stampa il prodotto del suo pensiero, seppur non terminato, come dovere e impegno rispetto ad un suo forte e amato desiderio.
Luca Levrini
ultima modifica: 2017-02-15T12:35:42+01:00
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